GLI ALUNNI DELLA QUINTA A “CUORE APERTO”
Dodici astucci delle emozioni. Dodici “tubi” di patatine Pringles rinati a nuova vita per diventare custodi dei sentimenti e dei moti d´anima degli alunni della classe quinta della scuola primaria statale Giacomo Mazzoli di Ceto. Nessuna lampada di Aladino da sfregare per fare uscire il genio ma una cassaforte che ogni bambino può aprire per rendere partecipi i compagni delle emozioni più intime, oppure mantenere ermeticamente chiusa.
Vivere le emozioni è il progetto che ha legato intensamente i ragazzi della quinta alla maestra Andreana Guaini in un percorso iniziato lo scorso anno e che sta ormai progredendo con moto spontaneo, alimentato dagli stessi alunni.
La sensibilità personale ha indicato la strada alla maestra: «Anni fa ho avuto in classe una bambina con diagnosi di “psicosi” e mi sono interrogata sulle emozioni e sul modo di relazionarmi agli alunni per creare un rapporto di crescita reciproca – spiega la maestra ! -. I bambini passano gran parte delle giornata a scuola ed esprimono costantemente emozioni che non sempre gli adulti sanno cogliere. Per questo abbiamo deciso di imparare a esprimere quello che abbiamo nel cuore, a prendere confidenza con le emozioni che rappresentano il patrimonio di tutti ma che non tutti sanno esprimere. In pratica, se conoscere i miei sentimenti mi aiuta a crescere e a capire gli altri, allora vale la pena lavorarci anche nell´ambiente scolastico dove la relazione fra coetanei può diventare una cassa di amplificazione».
Il progetto che ha portato a creare gli astucci delle emozioni è nato praticamente dai ragazzi: «Abbiamo realizzato gli astucci prima di Natale – continua la maestra di Ceto -. I ragazzi avevano e hanno ancora il quaderno personale dei sentimenti e l´astuccio è diventato un ulteriore approfondimento. Scritti su un foglietto, nell´astuccio ognuno mette i suoi pensieri, buoni o cattivi, le emozioni, i sentiment! i. Lì nessuno può entrare, come nessuno può entrare nel cuore di un altro senza che l´interessato voglia aprirsi. Solo quando un bambino vuole aprirsi agli altri, allora se ne parla in gruppo».
Nessuna pretesa di fare psicologia: «La psicologia non c´entra. Semmai c´entra la voglia di relazionarsi e, forse, da questo rapporto sono proprio gli adulti ad uscirne maggiormente arricchiti».
E si sono arricchiti anche i ragazzi che alimentano quotidianamente il loro progetto che, scolasticamente, terminerà in giugno. Ma quello che Gaia B., Paola, Luca, Luciano, Amalia, Nicolò, Anna G., Serena, Anna, Pietro, Gaia, Matteo hanno costruito insieme sarà una ricchezza che porteranno sempre nel cuore.