Bullismo ed estorsione per una ventina di euro al giorno e non per la disperazione di sopravvivere. In gergo psicologico si parla di predazione, una modalità di relazione primitiva per cui l’altro è sempre e solo oggetto da sfruttare. Esistono diverse forme di predazione, per lo più segno di patologie psicologiche, dove il meccanismo emerge come difesa da angosce primitive impossibili da gestire altrimenti e che necessitano di cura. Nei fatti accaduti nella scuola di Verolanuova, allo sgomento della predazione che si manifesta in maniera così brutale, si aggiunge quello del bullismo, del sopruso bestiale della violenza fisica e psicologica e della vacuità del gesto: minacciare e rapinare per apparire, probabilmente, con un telefonino, un gioco elettronico, una griffe o per acquistare qualsiasi altra «droga» ufficialmente riconosciuta o no. Una miscela agghiacciante di un fenomeno che va diffondendosi in qualsiasi luogo e ceto sociale, specchio di un inconscio individuale e collettivo privo di ogni rispetto dell’altro perché privo di ogni tranquillità di sè. Qualsiasi cosa succeda ora, l’arresto dei due responsabili non è sufficiente per sciogliere i meccanismi malati di una intera società.