Spettabile Redazione…mi piacerebbe avere dal Vostro specialista ulteriori informazioni. Lo specialista evidenzia, in una sua risposta, la situazione di comprensibile disagio nella quale si trova un bimbo che vive un contesto familiare di un certo tipo. Ciò che non comprendo…sono i motivi che portano un bimbo, in un primo tempo, a farsi carico del problema esistente tra i genitori e, in un secondo tempo – ancora più grave -, una volta realizzata l’impossibilità di “curarli”, sentirsi addirittura la causa del problema; in sostanza il disagio relazionale tra i suoi genitori è colpa sua! (email firmata)
Gentile Lettore,
grazie per la sua lettera bellissima e molto profonda. Non sarà facile dare una risposta semplice e sintetica: proverò, dedicandole, però, lo spazio di due puntate. Dovrà avere un po’ di pazienza per arrivare fino in fondo…
Immagini un piccolo appena venuto al mondo: inerme, con un grande bisogno di essere accudito fisicamente e imparare a esprimere quelle potenze, ancora un po’ magmatiche, che sono le emozioni. Senza qualcuno che si prenda cura di lui non può esistere né fisicamente né psicologicamente. Di certo il bisogno di cura emotiva è più articolato ed esclusivo di quello fisico: chiunque può provvedere a scaldarlo, cambiarlo, nutrirlo… Ma solo il “pianeta mamma-papà”, cioè chi investe su di lui un sentimento profondo, l’Amore, può fornire la guida per forgiare la propria interiorità. Per questo motivo il piccolo nasce in una condizione emotiva che lo predispone a cercare ed accogliere questa cura: l’assoluto bisogno di amore è quanto il neonato percepisce in sé – una psicoanalista francese, Graciela Cullere-Crespin, spiega molto bene questa condizione che definisce di “disperazione primordiale”. Dalla soddisfazione di questo vitale bisogno dipenderà la qualità della sua crescita e delle relazioni d’amore future. Questa “disperazione” fa in modo che il piccino investa tutto quello che ha nell’indispensabile storia d’amore con mamma e papà – la situazione assomiglia un po’ a quando siamo profondamente innamorati per cui l’amato diventa il centro di pensieri, emozioni, sensazioni. Che cosa investe a livello emotivo un neonato? Quanto ha costruito nella vita prenatale. È assodato che già nell’utero materno, infatti, il bambino inizi la costruzione del mondo emotivo e che si presenti al mondo con tre emozioni base di serie. Sono i tre pilastri di tutto l’arcobaleno affettivo che coniugherà nel corso della vita grazie al loro armonico sviluppo. Tranquillità e stabilità affettiva del “pianeta mamma-papà” sono i binari indispensabili per imparare a stare bene. Quando, invece, i genitori offrono del turbamento la crescita è a rischio. Il piccino, come dicevamo, ha solo il loro Amore per potere crescere e, pur di non perderlo, respira con esso anche le oscillazioni che ansie, tristezze, preoccupazioni, insicurezze, immaturità – e chi più ne ha più ne metta! – possono trapelare dai genitori. Ed ecco che si trova pienamente calato in un mondo non perfettamente a punto per nutrirlo: il caldo dell’amore e gli spifferi di venti tempestosi a cui il piccino non sa dare spiegazione. “Aiuto! Che cosa c’è qui che non va?” (alla prossima!).